L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha deciso di inserire l'aspartame, nome del dolcificante artificiale comunemente utilizzato nelle bevande analcoliche, nella lista delle sostanze possibilmente cancerogene, categoria Gruppo 2B.
Niente panico, però. Questa classificazione di possibile cancerogeno riguarda solamente i grandi consumatori, ma non dovrebbe cambiare niente per coloro che ne fanno un uso limitato. Il Gruppo 2B, infatti, è il secondo più basso di tutta la scala.
Tanto per fare alcuni esempi, anche l’estratto di aloe vera e l'acido caffeico presenti nel tè e nel caffè sono presenti in questa categoria 2B. Esistono infatti dosi giornaliere di aspartame che non sono considerate pericolose dall'OMS stessa.
By Steve Snodgrass - Flickr: Sugar Dish, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha deciso di inserire l'aspartame, nome del dolcificante artificiale comunemente utilizzato nelle bevande analcoliche, nella lista delle sostanze possibilmente cancerogene, categoria Gruppo 2B. Le analisi sono state condotte specificamente per il carcinoma epatocellulare, un tipo di cancro al fegato
By Steve Snodgrass - Flickr: Sugar Dish, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=
Niente panico, però. Questa classificazione di possibile cancerogeno riguarda solamente i grandi consumatori, ma non dovrebbe cambiare niente per coloro che ne fanno un uso limitato. Il Gruppo 2B, infatti, è il secondo più basso di tutta la scala.
Lo IARC, Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell' OMS, ossia quella che ha condotto la valutazione sull’aspartame, classifica la pericolosità delle sostanze in quattro livelli differenti: cancerogene per l’uomo (gruppo 1), probabili cancerogeni (gruppo 2A), possibili cancerogeni (gruppo 2B), non classificabili come cancerogeni (gruppo 3).
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Tanto per fare alcuni esempi, anche l’estratto di aloe vera e l'acido caffeico presenti nel tè e nel caffè sono presenti in questa categoria 2B. Esistono infatti dosi giornaliere di aspartame che non sono considerate pericolose dall'OMS stessa.
La dose giornaliera consigliata (cioè da non superare) va da a zero a 40 milligrammi di aspartame per chilogrammo di peso corporeo, ed è stata stabilita nel 1981. Un secondo gruppo, il Jecfa, il comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari formato dalla OMS e da un'altra agenzia delle Nazioni Unite, l'Organizzazione per l’alimentazione e l'agricoltura, non ha ritenuto necessario modificare questa dose, nonostante l'OMS abbia inserito il dolcificante nella categoria 2B. È stato calcolato che un consumatore (un adulto medio di 70 kg) dovrebbe bere dalle 9 alle 14 lattine di bibita analcoliche per andare incontro a rischi seri.
Francesco Branca, direttore della nutrizione e della sicurezza alimentare dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, sostiene: “Non stiamo consigliando alle aziende di ritirare i prodotti, né stiamo consigliando ai consumatori di smettere del tutto di consumarli, stiamo solo invitando a un po' di moderazione. Mary Schubauer-Berigan della Iarc ha affermato che “questi sono gli unici studi epidemiologici che hanno esaminato il cancro al fegato. Abbiamo, in un certo senso, lanciato un segnale, indicando che dobbiamo chiarire molto meglio la situazione, ma non è nemmeno qualcosa che possiamo liquidare. Il problema è per i grandi consumatori, chi beve una bibita ogni tanto non dovrebbe preoccuparsi”.